Non c’è cosa più affascinante che comprendere la profondissima connessione tra passato e presente.
E non c’è cosa più esaltante di discutere con chi questa linea che attraversa i secoli, la studia quotidianamente da un osservatorio privilegiato, quello di una cattedra di una delle università più prestigiose: la Federico II di Napoli.

È bastato chiudere gli occhi, durante questa conversazione con Tania Longobardi, docente di Lingua e Letteratura Latina presso l’Ateneo federiciano, per avere la netta sensazione di trovarsi immersi nelle vicende antiche e gloriose delle civiltà greca e romana. Rendendosi conto che, tutto sommato, le inquietudini che dominano la società contemporanea agitavano la vita delle persone già allora, più di 2000 anni fa.
Dietro le parole di una donna capace di realizzare un sogno nato in un pomeriggio luminoso di primavera, quando la traduzione di una versione di latino le trasmise una grande serenità, ci sono sacrifici, passione, la consapevolezza di fare una scelta eretica, non aderente alle aspettative di tanti. E quella curiosità di comprendere il mondo sperimentando orizzonti mano a mano più ampi.
La cultura è il mezzo più efficace per leggere il reale
Ecco perché la cultura non è, e non può essere, conoscenza esclusivamente nozionistica. Ma è, e deve essere, conoscenza di sé e degli altri. Connessione con chi ci sta accanto, impegno profuso per lo sviluppo collettivo. Indipendentemente dal ruolo che si occupa.
La cultura, così intesa, è il mezzo più efficace per leggere il reale. Una risorsa preziosa che fornisce gli strumenti giusti per comprendere i problemi e trovare soluzioni. Utile per avere un pensiero libero, capire come stare al mondo.
Quale strada possibile per raggiungere questi scopi? Magari proprio l’eresia, termine che deriva dal verbo greco αἱρέω (scegliere) e che oggi può significare fare scelte non convenzionali. Questo consente di essere persone vive, non banali, il cui pensiero resta libero. E la libertà di pensiero rappresenta una prerogativa fondamentale in un’epoca di omologazione spaventosa come quella attuale.
Ce lo dice Orazio, poeta di regime, scelto da Mecenate perché possa esaltare gli ideali di Ottaviano Augusto. Scelto quindi per glorificare le gesta del sovrano. Eppure Orazio non disconosce mai le sue origini umili, anzi le esalta. Così come esalta il fatto di essere rimasto libero: “Mi sforzo di sottomettere a me gli eventi, non me agli eventi“. È questa la frase che la professoressa si è tatuata sull’avambraccio per ricordare la portata rivoluzionaria di rimanere liberi in un periodo di regime. In qualsiasi epoca.
E poi Seneca, precettore di Nerone, in una lettera riflette, a proposito degli schiavi considerati allora alla stregua di oggetti, non avevano la dignità di esseri umani. Lui dice che siamo con servi, condividiamo la natura di schiavi e quella di essere umani. Autore moderno e mi ha fatto piacere scoprire che Seneca piaceva ai giovani del suo tempo, per questo i maestri non lo vedevano di buon occhio e, a quanto pare, piace anche ai giovani contemporanei.
E poi il rapporto con gli studenti, l’Intelligenza artificiale e tanto, tanto altro ancora. Una chiacchierata che per me è stata una boccata di ossigeno. Prendetevi il tempo necessario e fate anche voi questo viaggio in compagnia di Tania Longobardi. Secondo me, ne vale la pena.