La mimica dei camorristi / Radio mala: i codici della malavita

La mimica dei camorristi. Come comunica la criminalità? Radio mala ed Effequadro indagano sui linguaggi di mondi oscuri che comunicano il proprio potere

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La mimica dei camorristi. Come comunica la criminalità? Radio mala: i codici della malavita indaga sui linguaggi, sui gesti, sui comportamenti di un mondo oscuro che, tramite apposite forme di comunicazione, ha sempre saputo imporre il proprio potere. I codici di mafia, camorra, ‘ndrangheta ed altre organizzazioni criminali analizzati da Alfonso Maria Liguori per Effequadro.

La mimica dei camorristi

La mimica dei camorristi resta ad oggi una delle forme più diffuse di comunicazione tra malavitosi. Una smorfia, un occhiolino e persino un bacio sulle labbra possono sancire la condanna a morte di un rivale, l’identificazione di un eventuale traditore, il passaggio di consegne tra un boss arrestato e un altro affiliato. Scene che ad un attento osservatore non saranno sfuggite in occasione della cattura di pezzi da ’90 del sistema e grossi latitanti.

Persino dalle gabbie delle aule in tribunale attraverso gesti in codice i boss riescono ad impartire ordini ai membri del clan, a indicare prossimi bersagli da colpire o strategie criminali da adottare sul territorio. Nell’universo malavitoso niente è lasciato al caso: ogni gesto, parola, atteggiamento corrisponde ad un messaggio preciso che chi deve intendere intende alla perfezione. Esiste una regola non scritta ma assoluta nella camorra: gli ordini vanno eseguiti ad ogni costo pena la morte.

Ed ecco che dietro un apparente bacio lanciato magari alla compagna presente in aula si può nascondere la condanna a morte nei confronti di qualche traditore o affiliato in odore di pentimento. Pare che i boss intonando determinati brani neomelodici durante i colloqui con i parenti mettano gli stessi in condizione di identificare l’autore della soffiata che ha portato all’arresto del proprio congiunto.

Basta il riferimento ad una data, ad un giorno e persino ad un determinato posto perché il messaggio di morte venga decodificato da chi è pronto a dare il via alla sentenza capitale nei confronti dell’“infame”. Si, perché nella camorra chi collabora con lo Stato, chi la fa la spia viene dispregiativamente identificato come infame, individuo senza onore ne dignità. Un marchio miserabile per chi vive di omertà confondendo sistematicamente la vigliaccheria con il coraggio e la vergogna con l’onore.

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