Arriva l’Albo del Giornalismo: ecco la proposta di legge dell’Odg

L’Ordine in primis potrebbe cambiare nome in “Albo del Giornalismo” e proporrà delle iniziative per facilitare l’accesso alla professione

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Albo del Giornalismo: nei prossimi anni potrebbero cambiare le modalità di accesso alla professione giornalistica. Via l’obbligo di un praticantato di due anni presso una testata registrata (visto che ormai nessuno assume i cronisti), dentro un requisito fondamentale: la laurea sia per i pubblicisti che i professionisti.

albo del giornalismo

Sono queste le novità più importanti diffuse ieri durante una conferenza stampa tenuta dall’Ordine dei Giornalisti che ha illustrato la nuova proposta di legge accettata da gran parte dei componenti del consiglio. Quest’ultima sarà poi portata in Parlamento e sarà discussa in un secondo momento per poi procedere con l’eventuale approvazione. Una proposta di legge che proverà a contrastare la volontà del governo giallo verde di eliminare definitivamente l’Albo dei giornalisti.

L’Ordine in primis potrebbe cambiare nome in “Albo del Giornalismo” e proporrà delle iniziative per facilitare l’accesso alla professione prendendo in considerazione la crisi dell’editoria degli ultimi anni. In particolare, per gli aspiranti cronisti, viene eliminato l’obbligo del praticantato anche se resterà obbligatorio l’esame di idoneità per l’iscrizione.

A quest’ultimo si potrà accedere solamente dopo aver conseguito una qualsiasi laurea triennale in tutta Europa e dopo aver portato a termine una pratica giornalistica in un corso annuale o in un master di giornalismo riconosciuto ovviamente dall’Odg. Per i pubblicisti, invece, viene confermato l’obbligo della laurea di primo livello insieme allo svolgimento di attività giornalistica retribuita per un biennio.

L’Ordine, inoltre, vorrebbe chiarire anche la questione relativa ai vari uffici stampa presenti sul territorio nazionale. Quest’ultimi dovrebbero essere censiti e inseriti in un apposito Albo regionale. A gestire i lavori dovrebbero essere proprio i consigli di ogni singola Regione italiana che dovranno capire la composizione dei gruppi di comunicazioni, fra i quali dovranno essere presenti dei giornalisti regolarmente iscritti all’Ordine.

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