I giornali locali che resistono: la volontà di tagliare i fondi, l’esempio di Metropolis

Il provvedimento non riguarderà le grandi testate nazionali ma segnerà di fatto la fine delle centinaia di testate locali presenti in giro per l’Italia

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Resistere: è questa la parola d’ordine per centinaia di testate locali dopo l’annuncio di Vito Crimi, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri nel Governo Conte di 5 Stelle e Lega, di voler tagliare i fondi riservati all’editoria mandando in crisi decine di giornali. Il provvedimento non riguarderà le grandi testate nazionali che hanno un funzionamento completamento diverso ma segnerà di fatto la fine delle centinaia di testate locali presenti in giro per l’Italia.

giornali locali metropolis

Fra queste c’è anche Metropolis, storico quotidiano dell’area vesuviana fra i più diffusi soprattutto a Castellammare di Stabia e Torre Annunziata. “Vogliono eliminarci” è stato il titolo di apertura di questa mattina a firma del direttore Raffaele Schettino. Tre pagine dedicate al taglio promesso da Crimi, tre pagine di spiegazioni e di informazione, andando nei dettagli e illustrando i danni di questa scelta del governo gialloverde.

Anzi, solo dei grillini. Infatti, la Lega ha già fatto sapere di non votare il provvedimento in quanto non è presente nel contratto ma Vito Crimi tira dritto e ai microfoni della Rai ha confermato la sua intenzione di chiudere con i finanziamenti entro fine anno. Ma in cosa consiste il taglio? Semplicemente il governo blocca i fondi solitamente rivolti alle associazioni no-profit, enti morali che spesso sono editori dei giornali locali. Così facendo, tutti i giornali liberi che non hanno un “padrone” alle spalle, si ritroverebbero senza più finanziamenti e incapaci di portare avanti il proprio lavoro. Anche se Crimi parla di un risparmio per le casse dello Stato, la verità è un’altra: tagliando i fondi ai giornali locali, perderebbero milioni di euro di tasse senza contare la cassa integrazione per i giornalisti (nel caso di Metropolis sono 16 i cronisti sotto contratto regolare). Un danno economico senza precedenti se si considera anche la ricollocazione.

Un problema enorme, quindi, se dovesse essere confermata questa intenzione. Il vicepremier Luigi Di Maio sembra convinto e a conferma di ciò bisogna ricordare i suoi attacchi costanti alla stampa libera; Crimi allo stesso tempo, forte del sostegno del partito, continua a mortificare il lavoro di tanti cronisti procedendo sulla sua strada. L’informazione libera trema, Metropolis trema. Ma resisterà, resisteranno soprattutto per amore della verità e dell’informazione. Il giornale stabiese-torrese oggi ha lanciato un messaggio importante: nonostante i tagli e la volontà di imporre una sorta di censura, i giornalisti liberi resteranno sempre liberi.

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