Paolo Borrometi minacciato dagli amici dell’assassino dei due bambini di Vittoria

«Ci vogliono muti» ha scritto il giornalista su Facebook. Diversi gli insulti ricevuti

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Paolo Borrometi ha fatto i nomi, ha raccontato le storie, parentele scomode e attività illecite di coloro che hanno investito e ucciso Alessio e Simone D’Antonio, due cuginetti di 11 e 12 anni a Vittoria, in provincia di Ragusa. Successivamente sono arrivate le minacce via social al giornalista, da sempre in prima linea contro la mafia e la criminalità organizzata, dagli amici dei responsabili. «Borrometi è lo schifo della nostra terra», «Vergognati», «Essere spregevole» sono stati alcuni degli attacchi che ha ricevuto dopo la pubblicazione di alcuni post sul terribile fatto di cronaca. Rosario Greco, tuttavia, alla guida del Suv, è stato arrestato.

paolo borrometi

«Ci vogliono muti»

«Ci vogliono muti, ma questo è il momento di urlare. Lo dobbiamo fare per noi, per i nostri figli, per i più piccoli come Alessio e Simone. Uno degli indagati per omissione di soccorso e favoreggiamento dell’omicida di Alessio è Angelo Ventura, il figlio del boss Titta Ventura. E Angelo Ventura, candidamente su Facebook scrive che è “addolorato”. Sì, avete capito bene, era a bordo della macchina che ha ucciso il povero Alessio e ridotto in fin di vita Simone, è scappato senza soccorrere i bimbi. Ed è “addolorato”. Incredibile. Ma purtroppo non è finita qui» scrive Borrometi sui social. 

«Un “amico” di Angelo Ventura, un pluripregiudicato, Giuseppe Cammalleri, scrive pubblicamente qui su Facebook che “Borrometi è lo schifo della terra” e che mi dovrei “vergognare” perchè ho denunciato i nomi e cognomi di chi è scappato, esattamente come il delinquente Angelo Ventura. Non contento mi dice, sempre pubblicamente, che sono un “essere spregevole”. 
Io faccio il giornalista e che, piaccia o no, ho l’obbligo di fare nomi e cognomi. Anche se sono i figli dei boss!» continua

«Mi spiace dirlo ma quanto sta accadendo è la testimonianza che lo Stato arranca. Le Forze dell’Ordine non riescono a controllare il territorio (non per colpa propria ma per mancanza di personale) e si rischia di consegnare le città in mano a delinquenti e mafiosi. In posti come Vittoria ci vuole forte la presenza dello Stato, con uomini, con mezzi (se necessario anche con l’esercito) e con la cultura. Se così non sarà è tutto finito» conclude Borrometi.

Gli attestati di stima

Immediata la reazione del mondo della stampa e delle associazioni. La Fnsi si è subito schierata al fianco di Borrometi che ha ricevuto attestati di stima anche dalla politica. Il vice premier e ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, ha manifestato la sua vicinanza al giornalista siciliano così come molti altri esponenti dei diversi partiti politici.

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