Oltre 85mila firme in cinque giorni per la petizione lanciata da Paolo Borrometi e Sandro Ruotolo per chiedere l’espulsione dall’Albo dei Giornalisti di Vittorio Feltri. Il direttore di Libero ha infatti pubblicato la scorsa settimana un articolo contro lo scrittore Andrea Camilleri, ricoverato in ospedale in gravi condizioni, nel quale lo accusava di essere un terrone. Un gergo che ha reso famoso il giornalista e che adesso ha fatto infuriare i suoi colleghi Borrometi e Ruotolo, da sempre in prima linea contro la criminalità organizzata e che vivono sotto scorta per le minacce ricevute. I due, dopo l’ennesima dichiarazione di Feltri, si sono autosospesi dall’Albo in attesa che i vertici dell’Ordine prendano una decisione contro chi abusa, secondo i due cronisti, della libertà di stampa.
Borrometi e Rutolo: «O noi o lui»
«Le parole di Vittorio Feltri su Andrea Camilleri e le sue opere hanno rappresentato per noi la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ne va della credibilità di ognuno di noi e della nostra categoria. Adesso basta. O noi o lui. Quel “terrone che ci ha rotto i coglioni” per noi figli del Sud è inaccettabile. Non è in gioco la libertà di pensiero. Sono in gioco i valori della nostra Costituzione. Ogni suo scritto trasuda di razzismo, omofobia, xenofobia» spiegano Borrometi e Ruotolo.
«“Dopo la miseria portano le malattie” (rivolto ovviamente ai migranti), l’ormai tristemente celebre “Bastardi islamici” o, uscendo dal seminato delle migrazioni, robaccia come “Più patate, meno mimose” in occasione dell’8 marzo (e le diverse varianti dedicate anche a Virginia Raggi, con il “patata bollente”) o “Renzi e Boschi non scopano” – continuano -. Poi gli insulti a noi del sud con il celebre “Comandano i terroni” e infine il penultimo, di qualche mese fa, “vieni avanti Gretina” (dedicato alla visita a Roma di Greta Thunberg). L’idea che Vittorio Feltri offre è che si possa, impunemente, permettersi questo avvelenamento chirurgico. Continuiamo a batterci contro la censura e gli editti, ma non possiamo accettare tra noi chi istiga all’odio. Ne va della nostra credibilità. Le chiediamo per questo di attivarsi per radiare Vittorio Feltri dall’Ordine dei Giornalisti».
La petizione
La petizione è stata lanciata sul portale Change.org (qui il link) e ha come obiettivo quelle delle 150mila firme. In cinque giorni ha già superato quota 85mila con molti esponenti del mondo dell’informazione che stanno condividendo l’appello dei due giornalisti. Al loro fianco anche Salvatore Borsellino, fratello del magistrato Paolo Borsellino ucciso dalla mafia.
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