Giornaliste italiane contro le molestie: il sistema che discrimina

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“Proprio attraverso il nostro lavoro di informazione e di inchiesta noi vogliamo aprire brecce in questo sistema”. È un passaggio della lettera che già oltre 150 giornaliste di tv, radio, stampa e web. Le colleghe hanno sottoscritto dopo la diffusione del documento Dissenso comune firmato invece da numerose protagoniste del mondo dello spettacolo italiano. La chiave della questione sono le molestie ma, soprattutto, e le colleghe lo hanno ben puntualizzato, il “sistema culturale che discrimina, penalizza e offende le donne, un sistema in cui le molestie sessuali sono la brutale punta di un iceberg fatto di consuetudini, pratiche di comportamento che va dalle discriminazioni salariali e di carriera in tutti i settori professionali alle relazioni umane sempre condizionate da logiche di potere maschile”.




Informazione e inchiesta

Un sistema che avrebbe bisogno di più rivoluzioni, anche sotto il punto di vista della meritocrazia. Un passaggio molto importante della lettera delle giornaliste è quello relativo alla professione e agli strumenti a disposizione della categoria per abbattere il sistema. “Proprio attraverso il nostro lavoro di informazione e di inchiesta noi vogliamo aprire brecce in questo sistema, indagare e portare allo scoperto i casi di soprusi e abusi sessuali, esattamente come in Usa le giornaliste e i giornalisti delle principali testate sono stati protagonisti nella battaglia contro le molestie, rendendo pubbliche e incontrovertibili le denunce fatte delle attrici”. Subito dopo il caso dell’ex produttore della Miramax Harvey Weinstein e la nascita del movimento #metoo, anche in Italia sono state numerose le denunce registrate. A far scalpore, però, è sempre ciò che accade oltreoceano come le ultime dichiarazioni di Uma Thurman affidate a Maureen Dowd del New York Times.

Il lavoro nelle redazioni

“Noi giornaliste siamo parte del cambiamento culturale che le donne italiane reclamano. – continua la lettera – Lo abbiamo avviato nei media e nelle redazioni dove siamo già in prima linea da anni. Il nostro lavoro, il nostro impegno per una informazione più degna del rispetto verso la donna e di denuncia contro le discriminazioni che si perpetuano nel modello sociale maschile è uno strumento essenziale per la trasformazione culturale. Ci battiamo da tempo con un lavoro quotidiano di informazione contro la macchina della rimozione e del silenzio per una società più equa, giusta e solidale. Siamo in campo. È ora di cambiare”.