“L’accesso alle informazioni e alla creatività online è una risorsa per tutti noi. Troviamo un modo migliore per aggiornare le regole sul copyright in Europa”, scrive Google in una pagina web creata ad hoc. Sono capitato qui quasi per caso. Ogni mattina faccio una rassegna stampa dei principali quotidiani italiani e spesso mi sto trovando di fronte ad una pagina che reca la firma del colosso di Mountain View. Eccola:
L’indirizzo in basso a sinistra vi condurrà qui https://www.google.com/togetherforcopyright/, dove la tematica viene affrontata in una “Panoramica”, in “Cosa si rischia?” e in “Una soluzione migliore”. Insomma, Google è preoccupato dalla nuova direttiva sul copyright dell’Unione Europea, che Effequadro ha analizzato qualche tempo fa: Riforma del copyright: cosa ha approvato il Parlamento europeo?
Il copyright, secondo i dettami europei, dovrebbe essere una cosa certa, rintracciabile, analizzabile e dunque da proteggere. Nei fatti, però, non sempre è così. E’ proprio questo ciò che preoccupa i motori di ricerca.
Un’ampia gamma di notizie
“Ogni giorno, miliardi di persone – scrive Google – accedono a Internet per usufruire di un’ampia gamma di notizie, intrattenimento, tutorial e altro ancora. Per i giornalisti, gli artisti e gli autori di questi contenuti Internet è diventato una piattaforma essenziale che permette loro di condividere informazioni e idee, trovare un pubblico e guadagnarsi da vivere.
La legge europea sul copyright mira a supportare gli autori e gli editori consentendo loro di decidere in che modo il proprio lavoro può essere consultato e condiviso. Inoltre, protegge il diritto del pubblico a trovare e usufruire di questo lavoro, nonché condividerlo.
Siamo consapevoli che le leggi devono essere aggiornate e adattate all’era di Internet. Tuttavia, la proposta di direttiva sul copyright dell’Ue può avere conseguenze indesiderate che potrebbero limitare la varietà di informazioni disponibili online”.
Business e libertà
Perché quelli di Mountain View sono preoccupati? E’ tutta una questione di business ma anche di libertà individuale. Google ha semplificato la nostra vita in pochi anni e tutto è a portata di clic. Cosa accadrebbe dunque se…
“Qualsiasi piattaforma digitale – spiega Google – che ospita contenuti caricati online da terzi, incluso YouTube, sarà ritenuta responsabile, al momento del caricamento, di qualsiasi violazione del copyright.
Al fine di evitare responsabilità legali, queste piattaforme digitali potrebbero essere costrette a bloccare i video esistenti e caricati di recente all’interno dell’Unione europea qualora contenessero elementi tutelati dal copyright di natura sconosciuta o controversa.
Quella del copyright è un’area complessa e i titolari dei diritti spesso sono in disaccordo su chi sia il proprietario. In questi casi diventa impossibile per le piattaforme digitali di hosting prendere decisioni corrette sui diritti durante la fase di caricamento dei contenuti stessi”.
Giornalismo ed editoria
Per quanto riguarda il giornalismo e l’editoria, se possibile, la questione è ancor più complessa. “Al momento, – si legge – Google accetta contenuti da qualsiasi editore, grande o piccolo che sia. Questo ti permette di scoprire punti di vista eterogenei e accedere a un’ampia offerta di argomenti da oltre 80.000 editori.
La versione della legge sul copyright proposta dal Parlamento europeo richiederebbe ai motori di ricerca online di introdurre licenze che potrebbero costringerli ad avviare una selezione dei contenuti da includere ed escludere.
Ciò probabilmente andrebbe a vantaggio dei grandi editori e limiterebbe il flusso di traffico di quelli più piccoli, rendendo più difficile per pubblicazioni minori, di nicchia o nuove trovare un pubblico e generare entrate. Di conseguenza, la varietà di editori online potrebbe ridursi considerevolmente”.
I nodi cruciali sono creatività e giornalismo
“Stiamo collaborando – concludono quelli di Google – con rappresentanti politici, editori e autori per suggerire modifiche alla direttiva sul copyright affinché possa davvero rispondere alle intenzioni per cui è stata scritta, tutelare la creatività e il giornalismo. In particolare, alcune delle modifiche che suggeriamo riguardano i servizi che agiscono con diligenza per proteggere i titolari dei diritti non dovrebbero essere ritenuti responsabili di violazioni del copyright senza preavviso.
I titolari di diritti e le piattaforme dovrebbero lavorare assieme per identificare la proprietà dei diritti. Agli editori dovrebbe essere data la libertà di scegliere in che modo rendere disponibili online i loro contenuti. L’articolo 11 mira a difendere il giornalismo di qualità. Per raggiungere questo obiettivo, questo articolo dovrebbe fornire una definizione precisa che specifichi quali sono i contenuti di informazione creati dagli editori di notizie, senza includere altri editori”.
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