Quando la cura incontra il limite: il ruolo della comunicazione nel fine vita

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Fine vita con dignità o trattamento a oltranza? È una delle questioni più delicate e complesse della medicina contemporanea, e sarà al centro del congresso “La comunicazione in area critica”.

L’eveto è in programma il 14 e 15 maggio presso l’Nh Hotel Panorama di Napoli. Un appuntamento promosso dagli anestesisti del Policlinico Federico II, con l’obiettivo di aprire un confronto franco e approfondito sul valore e sul peso della comunicazione nei contesti ad alta intensità di cura, come le terapie intensive.

Comunicazione in area critica per Effequadro
Quando la cura incontra il limite: il ruolo della comunicazione nel fine vita (MICROMEDIA FOTO) – Effequadroblog.it

A presiedere i lavori sarà il professor Giuseppe Servillo, con il supporto della professoressa Annachiara Marra, entrambi dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. I due sono promotori di un approccio che unisce rigore scientifico, sensibilità umana e consapevolezza etica.

Il congresso si rivolge in particolare a anestesisti, rianimatori, psicologi e a tutti i professionisti che operano in area critica, dove le decisioni possono cambiare il corso della vita di una persona e, spesso, coinvolgono anche le famiglie, i colleghi e l’intero team clinico. In questi contesti, la comunicazione non è un atto accessorio, ma un vero e proprio strumento di cura.

La tecnica incontra i limiti della scienza

Parlare di fine vita significa entrare in una zona grigia della medicina, dove la tecnica incontra i limiti della scienza e si scontra con la realtà delle emozioni, delle paure, dei valori personali e familiari. È proprio qui che la parola giusta, il gesto umano, l’ascolto attivo e la capacità di trasmettere empatia possono fare la differenza quanto – se non più – di una scelta terapeutica.

In un’epoca dominata da intelligenza artificiale, automazione e big data, il medico è chiamato a non perdere il senso dell’umano. Il congresso affronterà temi cruciali come la comunicazione empatica, il ruolo dei social media nella costruzione dell’immaginario sanitario. E poi l’umanizzazione delle cure e la gestione della relazione medico-paziente in situazioni di elevata criticità.

Giuseppe Sorvillo
La tecnica incontra i limiti della scienza (MICROMEDIA FOTO) – Effequadroblog.it

Non si tratta solo di “cosa” comunicare, ma di come farlo: con delicatezza, rispetto, responsabilità. Nei casi in cui non è più possibile guarire, il compito della medicina – ricordano gli organizzatori – resta comunque quello di prendersi cura. Anche accompagnando il paziente e la sua famiglia in un percorso difficile, spesso doloroso, ma essenziale.

Durante le due giornate, si alterneranno relatori ed esperti di etica medica, comunicazione sanitaria, psicologia clinica e innovazione tecnologica, offrendo strumenti pratici e riflessioni profonde. L’obiettivo è fornire ai professionisti dell’area critica nuove chiavi di lettura e strategie operative. L’obiettivo è affrontare in modo più consapevole una delle sfide più alte e complesse della pratica clinica Decidere, comunicare, accompagnare nel momento in cui si è chiamati a riconoscere il limite della cura.

Perché, come sottolineano i promotori, la vera medicina non è solo tecnica, ma anche relazione. E l’umanità non può essere delegata a una macchina.