Riforma sul copyright: ecco cosa prevede la nuova legge

Nei diversi articoli che compongono la riforma sul copyright, due sono sicuramente quelli importanti e maggiormente contestati: articolo 15 e 17

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E’ stata approvata ieri al Parlamento europeo la tanta attesa riforma sul copyright che ha fatto discutere negli ultimi mesi. La votazione, che si preannunciava equilibrata fra i diversi schieramenti politici, ha visto 348 preferenze per il fronte del “Sì”, 274 per i contrari mentre 36 fra gli astenuti. Un risultato storico secondo molti addetti ai lavori in quanto si riuscirà a mettere la parola fine al far west che domina sulla rete da oltre un decennio. Non sono mai stati infatti riconosciuti i compensi ai giornalisti, editori, musicisti ma anche programmatori, in pratica non veniva mai rispettato quello che in Italia si definisce come diritto d’autore.

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Riforma sul copyright: articoli 15 e 17

Ma cosa prevede in concreto il nuovo testo legislativo della riforma sul copyright? Nei diversi articoli che compongono la legge, due sono sicuramente quelli importanti e maggiormente contestati: articolo 15 e 17. In particolare nel primo caso si darà la possibilità agli editori di negoziare con i grandi player del digitale per ridistribuire i proventi di eventuali materiali ospitati sulle piattaforme. Così facendo aziende come Facebook o Google dovranno pagare le società editoriali che a loro volta potranno pagare il professionista che ha redatto quel tipo di lavoro. Simile il testo dell’articolo 17 che invece prevede l’equa distribuzione dei profitti fra produttore e diffusore. Nella nuova legge sul copyright, in particolare, saranno salvaguardate le enciclopedie libere come per esempio Wikipedia e si potranno diffondere, senza nessun tipo di violazione, i meme oltre che le gif sui diversi social network. E se un utente dovesse pubblicare un contenuto illegale? A risponderne sarà l’azienda che lo ospita in quanto colpevole di omesso controllo. Facebook, YouTube e Google non potranno più far finta di nulla.

Tra due anni

La legge entrerà in vigore fra due anni circa quando il testo sarà letto e analizzato in tutti gli Stati membri. Il governo italiano si è schierata contro l’approvazione del decreto in quanto andrebbe a minare la libertà di stampa. Movimento 5 Stelle e Lega si sono opposti mentre Partito Democratico e Forza Italia si sono schierati a favore. Negli ultimi tempi la discussione si è anche accesa fra due schieramenti: da un lato quello dei professionisti che rivendicavano il proprio diritto d’autore, dall’altro i grandi player del digitale che non volevano perdere i guadagni derivanti dal traffico sul proprio sito. Ma con il voto di ieri l’Europa punta a regolare definitivamente il vasto mondo di internet.

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