Questa mattina mi sono svegliato. Per fortuna, direi. Mi sono guardato allo specchio, ho abbandonato la modalità Neres per assumere un più usuale occhio a cernia.
E ho riattivato una minima forma di connessione col mondo attraverso sciacquo e risciacquo ghiacciato, scoprendo, non senza sorpresa, un sorrisetto di deluchiana memoria stampato sul viso. Fesso e beffardo.

Mano a mano che le nebbie si diradavano ho ricordato issogno (come direbbe il Max Giusti nella spettacolare imitazione dello chef Antonino Cannavacciuolo): ho sognato Oronzo Canà de “L’allenatore nel Pallone”. Primo atto, of course.
“Bah, chissà, saranno state forse le pappardelle asparagi e speck che ho preparato ieri sera” mi son detto ancora frastornato. Mi sono recato ai fornelli per preparare il caffè e, sulla parete bianca difronte, vedevo scorrere l’elenco dei calciatori accostati alla maglia azzurra nelle ultime ore. Erano le pappardelle, oppure la bulimica ricerca di notizie sul mercato condotta nelle millemila ore trascorse davanti allo schermo?
“Tiene lo stesso nome di Osimhen, è forte”
Viktor Gyökeres, svedese in forza allo Sporting Lisbona. Dice che piace a molti club in Premier e all’Atletico Madrid. “Tiene lo stesso nome di Osimhen, è forte”. Noa Lang, olandese del Psv. “Questo ha fatto la stessa operazione di Marilyn Manson: Noa=celebre cantante israeliana, bravissima. Lang=Clubber Lang, interpretato da Mr. T, pugile che affronta Rocky Balboa nel terzo capitolo della saga Rocky 3. Chissà come si chiama veramente”.
Federico Chiesa vecchia volpe bianconera, “Abbè è passato ormai ja”. E Ndoye lo vuoi buttare? “Chi lo dice che dopo aver gustato i torteliiiiiini non saprà apprezzare ancora di più un bel piatto di ragù?”. Scopro che il vichingo Alexander Sorloth ha timbrato 20 volte il cartellino nella Liga spagnola e che Jonathan David sembrava cosa fatta, ma poi si sarebbe già allontanando dalle sponde di Partenope. “Peccato”.

La lista scorreva ed il caffè pure. Sul pavimento, dopo che la moka stava in ebollizione da circa mezz’ora. Poi il brasiliano del Feyenoord Igor Paixão. “Bene! Ottimo! Considerando che quest’anno dovremo affrontare anche trasferte continentali. Lo sistemiamo in stanza con Neres così può rappresentare un valido sostegno negli eventuali momenti di saudade”. E poi il coreano Lee Kang-in. “Ua, già mi immagino le curve impazzire al grido ‘Lee Lee Lee Lee’, dopo l’ennesimo tackle salvarete”.
A rinforzare la difesa Miguel Gutierrez, Sam Beukema, Federico Gatti il ruvido centrale che dovrebbe lasciare Torino sponda bianconera e ancora Matteo Scalvini che saluterebbe l’Atalanta, Lisandro Martinez, Chalobah. Simeone piace al Genoa e al Torino e al suo posto pare che possa arrivare Bonny del Parma. “Ed è subito odore di patatine fritte”.
Troviamogli ‘sto maggiore spazio a Raspadori
Raspadori pure in lista di sbarco… ja no, Raspadori no! Vi prego. Troviamogli sto maggiore spazio. “AntonioConteSempreSiaLodato, se non riesci a farlo in campo, allarghiamo la sua postazione negli spogliatoi. Costruiamo una veranda, che ne so. Così può stendere il bucato senza che deve portarselo a casa. Mettiamo un divano più comodo in panchina ed una persona a sua disposizione pronta a soddisfarne qualsiasi desiderio.
“Caffè, sigarette, un drinketto. In autunno si libera un posto a Palazzo Santa Lucia. Magari lo fa lui il Presidente e non se ne parla più. Così togliamo pure le castagne dal fuoco a De Luca&Co”. Giacomino è troppo importante. Per me ancora di più dopo l’esultanza occhi negli occhi sotto la Curva A dopo il gol siglato nella gara del Maradona contro il Genoa (uno dei tanti e preziosi che ci ha regalato in questi anni).

E Donnarumma, poi. Dice che il portierone del Psg e della Nazionale è affacciato alla finestra e attende il suo futuro. “Forse, dopo le fatiche Champions se ne è andato a Castellammare e si sta guardando i cantieri navali pensando di investire lì e diventare l’artefice del rilancio. Così dopo il titolo di Campione d’Europa detronizza pure a San Catello e diventa patrono di Stabia. Io, comunque, me teness a Meret tutta la vita”.
E mentre mi sollazzavo con tutto questo ben di Dio (e attenzione non ho citato Kdb perché ormai è cosa fatta. Agli ultimi dettagli ci sta pensando Lukaku che ha già organizzato, nel corso del ritiro del Belgio, un torneo di tressette, l’occasione giusta per spiegare cosa significa essere un calciatore del Napoli), improvvisamente: Falso! Falsissimo. “Uh Maronn’!”, son sobbalzato e mi sono versato addosso l’ultimo caffè presente nella moka.
L’urlo perforante di Don Aurelio De Laurentiis
L’urlo perforante di Don Aurelio De Laurentiis rivolto ai giornalisti nel corso della conferenza stampa di presentazione dei tradizionali ritiri precampionato a Dimaro Folgarida e di Castel di Sangro, mi ha riportato su questa terra. “Chi coooooompri chi non cooooooompri… di che cosa dobbiamo parlare. Stiamo sul mercato e prima di un mese non ne sapremo nulla. Mi avete fatto già comprare 70 giocatori e mi faccio tante risate”.
“Mmmmm” mi viene spontaneo. “Ma mica succede pure a noi che vendiamo a Falchetti e Mengoni per Maradona e Rummenigge e poi arrivano Aristoteles e Crisantemo?”. Dubbi che l’inconfondibile accento romano biascicato di Don Aurelio scioglie in un attimo. “È inutile che vi fate le pippe mentali” questo è il succo del discorso del megapresidente. Tanto prima di un mese grosse novità sul mercato non ce ne saranno.

E allora, cari amici tifosi ansiosi, dobbiamo aspettare. Il campionato, intanto, ricomincia domenica 24 agosto. Noi saremo pronti. Gli altri non lo so fino a che punto. Intanto la petizione #StaraceAgain rilanciata da zia Mara Venier direttamente dal PeppyNight per la permanenza di Tommaso Starace ha avuto successo. Sono felicissimo e ora Tommaso da Vico Equense potrà organizzare altre 150mila feste per far felice il suo grande amico Mertens.
Vorrei infine fare un piccolo omaggio ad una grande persona. Una persona che ha vissuto senza cercare a tutti i costi le luci della ribalta perché è stata la luce stessa a bagnarlo con abbondanza. Una persona che purtroppo non c’è più ma che la sua arte e la sua poetica hanno reso immortale. Se il Napoli ha vinto lo scudetto quest’anno e lo ha vinto proprio grazie al sacrificio e alla passione di tutto l’ambiente, gran parte del merito è suo.
Un ragazzo ed un uomo speciale, Cristian Vollaro
“Primo agosto pioveva, di domenica era
Maglia in lana e un pallon e nasceva l’amor.
Dall’azzurro del cielo, come sfondo il Vesuvio
Ed il bianco si sa è la tua integrità.
E di fango e sudore, sacrificio e passione
È la storia si sa della nostra città.
Napoli è della gente, il passato ed il presente
E il futuro si sa ci ritroverà qua
Perché noi ti adoriamo, senza te non viviamo
Forza Partenope, il mio cuore è con te”.
Parole e musica dell’inno cantato a squarciagola dallo stadio prima di ogni partita al Maradona, che ha reso immortale Cristian Vollaro, ‘o marenar. Ho avuto l’onore di conoscerlo ed il piacere di intevistarlo (se volete trovate l’intervista qui).

Un ragazzo ed un uomo speciale. Voce sublime. Indimenticabile. Come indimenticabile è stata la sua interpretazione di “Giacca Rossa ‘e russett” che volle regalare a quei fortunati amici presenti in quella sala di registrazione qualche anno fa. Un momento che custodirò per sempre nel mio cuore. Sono tante le cose belle dette e scritte su di lui. Artisti, intellettuali, amici. Tutti concordi nel celebrare una persona dal valore inestimabile che continuerà a vivere per sempre negli occhi e nei cuori di chi l’aveva conosciuto prima. E di chi, sempre di più, avrà questa possibilità oggi.
Ciao Cristian, questo scudetto è tuo.