Il referendum del silenzio: l’informazione fai da te e la politica del voto a perdere

Riassumiamo assieme, in parole spicciole, cosa possiamo rivoluzionare. Cinque quesiti per il referendum, scegliere Sì o No

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Ci siamo. Il giorno della chiamata alle urne è arrivato e intorno a noi regna il silenzio. Ma non da adesso, non da ieri. Da sempre intorno al referendum regna il silenzio.

Il referendum, qualsiasi esso sia, ha due certezze:

  • Carente informazione
  • Carente partecipazione
Silenzio sul referendum dell'8 e 9 giugno 2025 in Italia
Il referendum del silenzio: l’informazione fai da te e la politica del voto a perdere (CANVA FOTO) – Effequadroblog.it

Vuoi vede’ che non partecipiamo perché non informati? E no, non non è diritto del popolo informarsi, un dovere sì ma un diritto no. Ci propinano da mesi aperture di indagini, approfondimenti e dibattiti tra improvvisi e improvvisati operatori di Ris su omicidi vecchi e manco un approfondimento sul referendum, sul cosa tratti e cosa possa avvenire nella remota possibilità che il popolo scelga di far valere il suo potere con una ics.

Non è complicato, no? Prima del mare, del pranzo fuori, della messa ma anche dopo, armati di tessera elettorale andiamo a scegliere che cosa vogliamo diventi il nostro Paese, una terra che tanto non riconosciamo come nostra. Ma riassumiamo assieme, in parole spicciole, cosa possiamo rivoluzionare. Cinque quesiti, scegliere Sì o No. Scegliamo di dire “sì, lo voglio” a sconosciuti solo spinti da cariche pulsionali e qui, dove ci viene scritto nero su bianco cosa stiamo scegliendo, storciamo in nasino?

Referendum dell’8 e 9 giugno 2025 in Italia: riepiloghiamo i quesiti

Primo quesito: “Vuoi tu, cittadino, che sia previsto il reintegro del lavoratore illegittimamente licenziato, laddove un giudice abbia dichiarato ingiusta e infondata l’interruzione del rapporto?”. Non pensare a te, cittadino, che sei appagato e dormi su 7 cuscini in memory foam e non pensare che il solo indennizzo come risarcimento sia sufficiente. Qui si vogliono evitare licenziamenti privi di giusta causa e giustificato motivo.

Secondo quesito: “Vuoi tu, cittadino, che un lavoratore illegittimamente licenziato possa
ricevere più di 6 mensilità di indennizzo?” Pensa, cittadino, che potresti essere tu ad essere
illegittimamente licenziato e che, al massimo, sei mensilità di indennizzo non ti siano
sufficienti finché non trovi un altro lavoro. Qui si vuole che sia il giudice a valutare caso per caso e decidere quale sia l’indennizzo giusto ed evitare, di lato, i licenziamenti illegittimi.

Referendum dell'8 e 9 giugno 2025
Referendum dell’8 e 9 giugno 2025 in Italia: riepiloghiamo i quesiti (CANVA FOTO) – Effequadroblog.it

Terzo quesito: “Vuoi tu, cittadino, che un contratto di lavoro a tempo determinato, per essere rinnovato o prorogato abbia bisogno di una causale che spieghi perché non può essere indeterminato?”. Non pensare a te, cittadino, che profumi di pensione e di indeterminabilità. Pensa ai giovani, ai tuoi nipoti, figli. Qui si chiede la responsabilità delle aziende e il non adagiarsi sui vantaggi delle assunzioni a tempo determinato.

Quarto quesito: “Vuoi tu, cittadino, che per gli infortuni sul lavoro siano responsabili tutti
anche le imprese appaltanti?”. Qui, cittadino, non esistono se e ma e non ci salverà un
cuoricino infranto, un R.I.P. sotto l’ennesimo post di morte sul lavoro.

Chi non si reca alle urne non sarà “abilitato” alla lamentela

Quinto quesito: “Vuoi tu, cittadino, permettere allo straniero residente in Italia, di avere la cittadinanza e farlo sentire uno di noi, dopo 5 anni e non 10?”. Lo straniero lavora qui, paga le tasse qui, a me che scorro i TikTok a casa. Cosa cambia che dopo 5 anni lui sia cittadino italiano?

Non abbiamo molti strumenti per aggiustare il nostro Paese. I pochi che ci restano usiamoli. Chi è obbligato a prendersi le proprie responsabilità farà più attenzione nelle scelte che decide di compiere e non compiere. Chi non esprime la sua opinione andando a votare non è abilitato alla lamentela. È tutto un magna magna nguè, stavamo meglio quando stavamo peggio nguè, sono tutti uguali nguè, i politici sono tutti corrotti, nguè.

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Sono Anna Di Nola, per gli amici Marianna, per gli altri basta un fischio. Sono stata tutto ciò che una matricola universitaria può essere, nei limiti del decoro. Amo il giornalismo, seppur il mio resti un approccio leggero e a volte frivolo, perché prima di provare a scrivere passo tanto tempo a leggere. La mia è profonda ammirazione per chi racconta il suo punto di vista e riesce ad arrivare al lettore. Ho collaborato per anni con il Gazzettino vesuviano, adattandomi a qualunque ruolo, nei limiti del decoro. Il mio motto è che nemmeno il mai è per sempre. Nei limiti del decoro, si intende.