Ci siamo. Il giorno della chiamata alle urne è arrivato e intorno a noi regna il silenzio. Ma non da adesso, non da ieri. Da sempre intorno al referendum regna il silenzio.
Il referendum, qualsiasi esso sia, ha due certezze:
- Carente informazione
- Carente partecipazione

Vuoi vede’ che non partecipiamo perché non informati? E no, non non è diritto del popolo informarsi, un dovere sì ma un diritto no. Ci propinano da mesi aperture di indagini, approfondimenti e dibattiti tra improvvisi e improvvisati operatori di Ris su omicidi vecchi e manco un approfondimento sul referendum, sul cosa tratti e cosa possa avvenire nella remota possibilità che il popolo scelga di far valere il suo potere con una ics.
Non è complicato, no? Prima del mare, del pranzo fuori, della messa ma anche dopo, armati di tessera elettorale andiamo a scegliere che cosa vogliamo diventi il nostro Paese, una terra che tanto non riconosciamo come nostra. Ma riassumiamo assieme, in parole spicciole, cosa possiamo rivoluzionare. Cinque quesiti, scegliere Sì o No. Scegliamo di dire “sì, lo voglio” a sconosciuti solo spinti da cariche pulsionali e qui, dove ci viene scritto nero su bianco cosa stiamo scegliendo, storciamo in nasino?
Referendum dell’8 e 9 giugno 2025 in Italia: riepiloghiamo i quesiti
Primo quesito: “Vuoi tu, cittadino, che sia previsto il reintegro del lavoratore illegittimamente licenziato, laddove un giudice abbia dichiarato ingiusta e infondata l’interruzione del rapporto?”. Non pensare a te, cittadino, che sei appagato e dormi su 7 cuscini in memory foam e non pensare che il solo indennizzo come risarcimento sia sufficiente. Qui si vogliono evitare licenziamenti privi di giusta causa e giustificato motivo.
Secondo quesito: “Vuoi tu, cittadino, che un lavoratore illegittimamente licenziato possa
ricevere più di 6 mensilità di indennizzo?” Pensa, cittadino, che potresti essere tu ad essere
illegittimamente licenziato e che, al massimo, sei mensilità di indennizzo non ti siano
sufficienti finché non trovi un altro lavoro. Qui si vuole che sia il giudice a valutare caso per caso e decidere quale sia l’indennizzo giusto ed evitare, di lato, i licenziamenti illegittimi.

Terzo quesito: “Vuoi tu, cittadino, che un contratto di lavoro a tempo determinato, per essere rinnovato o prorogato abbia bisogno di una causale che spieghi perché non può essere indeterminato?”. Non pensare a te, cittadino, che profumi di pensione e di indeterminabilità. Pensa ai giovani, ai tuoi nipoti, figli. Qui si chiede la responsabilità delle aziende e il non adagiarsi sui vantaggi delle assunzioni a tempo determinato.
Quarto quesito: “Vuoi tu, cittadino, che per gli infortuni sul lavoro siano responsabili tutti
anche le imprese appaltanti?”. Qui, cittadino, non esistono se e ma e non ci salverà un
cuoricino infranto, un R.I.P. sotto l’ennesimo post di morte sul lavoro.
Chi non si reca alle urne non sarà “abilitato” alla lamentela
Quinto quesito: “Vuoi tu, cittadino, permettere allo straniero residente in Italia, di avere la cittadinanza e farlo sentire uno di noi, dopo 5 anni e non 10?”. Lo straniero lavora qui, paga le tasse qui, a me che scorro i TikTok a casa. Cosa cambia che dopo 5 anni lui sia cittadino italiano?
Non abbiamo molti strumenti per aggiustare il nostro Paese. I pochi che ci restano usiamoli. Chi è obbligato a prendersi le proprie responsabilità farà più attenzione nelle scelte che decide di compiere e non compiere. Chi non esprime la sua opinione andando a votare non è abilitato alla lamentela. È tutto un magna magna nguè, stavamo meglio quando stavamo peggio nguè, sono tutti uguali nguè, i politici sono tutti corrotti, nguè.