Perché i giornali devono parlare dei luoghi di mafia e camorra

I giornali e i luoghi di mafia e camorra. L’iniziativa lanciata da Paolo Borrometi (giornalista sotto scorta) e don Luigi Ciotti (fondatore di Libera) dal 25 aprile al 1 maggio

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Accendere i riflettori di tutte le testate italiane sui luoghi della camorra e della mafia. E’ questa l’iniziativa lanciata da Paolo Borrometi (giornalista sotto scorta) e don Luigi Ciotti (fondatore di Libera). A condividere l’iniziativa sono state anche Federica Angeli (cronista di Repubblica minacciata dai clan di Ostia), Sandro Ruotolo (giornalista da anni impegnato contro la mafia) e Michele Albanese (anche lui giornalista che vive da anni sotto scorta).

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Un gesto sempre più necessario per porre l’attenzione dell’opinione pubblica sulla vita di questi cronisti coraggiosi che, per amore della verità, hanno deciso di ribellarsi al potere dei clan della propria regione. Le testate che al momento hanno confermato la propria adesione all’iniziativa, nella settimana compresa dal 25 aprile al 1 maggio, metteranno al centro dell’agenda politica e mediatica il tema del contrasto alla mafia e alla camorra. Un piccolo gesto per non far sentire soli chi ogni giorno combatte contro la criminalità organizzata.




Nelle ultime ore, tuttavia, è arrivato l’appoggio a Borrometi, Ciotti, Angeli, Albanese e Ruotolo da parte delle testate più importanti del Paese. Dopo aver ottenuto il consenso dalla Federazione Nazionale Stampa e dall’Ordine dei Giornalista, i quattro potranno contare sull’appoggio del direttore della Tgr, Vincenzo Morgante; il direttore di Rai News 24; la presidente della Rai, Monica Maggioni e anche il direttore generale, Mario Orfeo; il direttore dell’Ansa, Luigi Contu; il direttore news di Tv2000.

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