Giovanni Battiloro ha la sua inseparabile telecamera in spalla nella foto sul tesserino che sancisce la sua iscrizione alla memoria all’Ordine dei giornalisti. Battiloro, originario di Torre del Greco in provincia di Napoli, era uno dei quattro ragazzi deceduti nel crollo del ponte Morandi di Genova lo scorso 14 agosto. La cerimonia si è tenuta nell’aula consiliare di Torre del Greco.
Il tesserino ai genitori di Giovanni Battiloro
Una cerimonia molto partecipata che ha visto la presenza, tra gli altri, del presidente dell’Ordine nazionale Carlo Verna e di quello regionale Ottavio Lucarelli che, insieme al sindaco Giovanni Palomba, hanno consegnato ai genitori di Giovanni, Roberto e Carmela, il tesserino che sancisce l’iscrizione del figlio all’albo dei giornalisti.
Quel maledetto 14 agosto
“Iscrizione – ha puntualizzato Carlo Verna – che porta la data di quel maledetto 14 agosto. A Roberto e Carmela dico che avete avuto il figlio che tutti avrebbero voluto: gentile, cordiale, appassionato del suo lavoro”.
Poi Verna ha raccontato dell’emozione provata in Consiglio nazionale nel giorno dell’iscrizione di Giovanni all’albo dei giornalisti, sottolineando come quest’anno il Consiglio stesso abbia sancito due iscrizioni alla memoria, l’altra per Antonio Megalizzi, il giovane reporter ammazzato a Strasburgo da un terrorista.
“Giovani come Giovanni – ha detto Ottavio Lucarelli – che meritano iniziative finalizzate, che fungano da naturale momento per ricordare questi quattro ragazzi”.
La verità sotto gli occhi di tutti
”La verità è sotto gli occhi di tutti – ha detto Roberto Battiloro, papà di Giovanni – la verità di negligenze di chi doveva gestire quel tratto autostradale e che non l’ha fatto per 20 anni e più. Saranno le perizie, in parte anche le nostre, a dare alla Procura la dimostrazioni di quali siano le responsabilità”.
Lavorare giorno dopo giorno
“L’importante gesto di quest’oggi – ha detto il sindaco Giovanni Palomba – è un simbolo che viene offerto all’intera comunità di Torre del Greco, scossa da un’agghiacciante fatalità, nella quale le speranze, le vite ed i sogni di Antonio, Gerardo, Giovanni e Matteo sono precipitati insieme alle macerie del Ponte di Genova. È per questo motivo che voglio rivolgermi ai colleghi impegnati nella vita delle Istituzioni: il nostro ruolo dovrà continuare ad essere quello di lavorare – giorno dopo giorno – per trasformare il dolore di queste famiglie in impegni concreti, rivolti, all’unico e comune obiettivo della verità”.
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