Mauro Donato, il fotoreporter arrestato e rilasciato in Serbia

Mauro Donato era partito alla volta dei Balcani insieme ad un collega per documentare il passaggio dei profughi verso l’Europa

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“Un’esperienza che spero di non rivivere”. Così Mauro Donato, il fotoreporter italiano arrestato in Serbia il 16 marzo con l’accusa di aggressione e rapina ai danni di alcuni profughi, ha commentato la sua disavventura. Rilasciato dopo 21 giorni di reclusione, ha partecipato alla conferenza stampa tenutasi venerdì nella sede di Fnsi a Roma.

mauro donato

Partito alla volta dei Balcani insieme al suo collega, Andrea Vignali, stava documentando nell’ambito del progetto Exodus il passaggio dei profughi verso l’Europa. “Dopo la chiusura del confine con l’Ungheria era passato il messaggio che la rotta balcanica fosse stata chiusa. Abbiamo scoperto che non è così”, ha osservato il fotoreporter. Al momento del fermo, Donato si trovava nel piccolo villaggio di Sid.

Accusato, in seguito ad indagini sommarie, di aver aggredito e derubato degli irregolari per pochi spiccioli, il giornalista era stato scagionato da Vignali e da una delle vittime. Il tribunale però aveva rifiutato ascoltare le prove a sua discolpa, nonostante le insistenze dell’avvocato difensore. Dopo aver ascoltato le vittime, il giudice aveva sottoposto l’imputato a un confronto all’americana in aula che lo aveva scagionato. Ma nemmeno questo era bastato. Fino a due giorni fa, quando è stato scarcerato.

“Possiamo dire poco perché sono ancora in corso le indagini. Possiamo dire che Mauro Donato è libero, anche se non c’è stata assoluzione, perché sono venute meno le ragioni della custodia cautelare”, ha precisato la legale della famiglia, Alessandra Ballerini. “Ora ci dobbiamo impegnare tutti per Denis Cavatassi“, il connazionale in carcere in Thailandia accusato ingiustamente di essere il mandante dell’omicidio del suo socio e alla pena di morte.

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