Chi vuole uccidere il giornalista Paolo Borrometi? “Succederà l’inferno. Mattanza per tutti e se ne vanno. Scendono una decina, una cinquina, cinque, sei catanesi, macchine rubate, una casa in campagna, uno qua, uno qua… la sera appena si fanno trovare, escono… dobbiamo colpire a quello. Bum, a terra! Devi colpire a questo, bum, a terra! … Come c’era negli anni 90, in cui non si poteva camminare neanche a piedi… Ogni tanto un murticeddu vedi che serve, c’è bisogno, così si darebbero una calmata tutti gli sbarbatelli, tutti i mafiosi, malati di mafia!…”.
A parlare è il boss Giuseppe Vizzini. Commenta la richiesta, da parte del boss siracusano Salvatore Giuliano, di omicidio di Paolo Borrometi, direttore di LaSpia.it, collaboratore di Agi e presidente di Articolo21.
Per il gip del tribunale di Catania Giuliana Sammartino, il clan dei Cappello stava per organizzare “un’eclatante azione omicidiaria” per “eliminare lo scomodo giornalista”. Accusate di aver fatto esplodere un ordigno per minacciare l’avvocato Adriana Quattropani, curatore fallimentare che stava per porre i sigilli ad un distributore di benzina di Pachino, tre le persone arrestate. Giuseppe Vizzini, 54 anni, e i figli Simone e Andrea, di 29 e 24 anni. Un quarto uomo, Giovanni Aprile, 40 anni, è attualmente ricercato.
Nell’ordinanza di arresto si leggono le intercettazioni dei boss, intenzionati ad uccidere il cronista, che già in passato ha subito un’aggressione fisica, strani furti in casa e intimidazioni anche alla sua famiglia.
“Ieri lo Stato ha vinto – ha dichiarato Borrometi – perché è riuscito a bloccare un tentativo di attentato. Chiedo ai colleghi giornalisti non solo di raccontare ciò che è accaduto, ma di riprendere le mie inchieste e ai cittadini di alzare la testa. Non c’è stata una denuncia in quella zona. Bisogna alzare la testa”.
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