Scritte e murales / Radio mala: i codici della malavita

Scritte e murales rappresentano da sempre uno dei linguaggi preferiti della malavita. Ultimamente per esempio a Miano, nella roccaforte del clan...

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Scritte e murales. Come comunica la criminalità? Radio mala: i codici della malavita indaga sui linguaggi, sui gesti, sui comportamenti di un mondo oscuro che, tramite apposite forme di comunicazione, ha sempre saputo imporre il proprio potere. I codici di mafia, camorra, ‘ndrangheta ed altre organizzazioni criminali analizzati da Alfonso Maria Liguori per Effequadro.

scritte e murales camorra

Scritte e murales rappresentano da sempre uno dei linguaggi preferiti della malavita. Ultimamente per esempio a Miano, in quella che una volta era la roccaforte del clan Lo Russo, ovvero “i capitoni di Miano”, è possibile leggere sui muri “Ztl Lo Russo. Pentiti tutta la vita”. Un messaggio che decriptato indicherebbe la fine dei capitoni, un sinistro avvertimento per gli ancora fedelissimi e simpatizzanti di un clan che dopo il pentimento dei fratelli Lo Russo non varrebbe più nulla persino in quello che una volta era il regno incontrastato della potente famiglia di mala.

Anche nel centro storico di Napoli i murales del sistema assumono un significato preciso: delimitano i territori di appartenenza dei rispettivi sodalizi criminali, onorano boss caduti sul campo, spesso con date e frasi commemorative, minacciano pezzi da 90 di gruppi rivali facendo chiari riferimenti agli pseudonimi con i quali sarebbero identificati gli stessi. Anni addietro la scritta “Dio c’è” indicava la presenza di piazze di spaccio sul territorio con versetti che identificavano la tipologia di droga venduta e la particolare “offerta” del momento.

Una sorta di guida Michelin per i tossicodipendenti che senza troppa fatica potevano raggiungere gli spacciatori e acquistare droga a prezzi concorrenziali. Secondo alcune indiscrezioni le immagini di noti calciatori poste in bella mostra sulle mura di costruzioni popolari indicherebbero lo spessore dei clan operanti nei luoghi, con chiari riferimenti alla capacità offensiva e al potere economico di tali organizzazioni malavitose. Infine pistole o mitragliette con il cane alzato raffigurate nelle immediate vicinanze delle abitazioni di noti pregiudicati sancirebbero la condanna a morte emessa dal tribunale della camorra nei confronti di chi ha sgarato o peggio è diventato un “infame”, ovvero ha deciso di collaborare con la Giustizia.

Messaggi di morte, avvertimenti sinistri sporcano la città quale cinica testimonianza di una male oscuro sempre presente a Napoli e nell’hinterland.

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