Violenti, imprevedibili e senza una strategia precisa: gruppi e sottogruppi continuano ad affrontarsi nelle strade. Giovanissimi, spesso poco più che adolescenti, uccidono, feriscono e terrorizzano. Si muovono in contesti sociali poveri, emarginati, tra la mancanza di valori familiari e tassi elevati di evasione scolastica. È la camorra “pulviscolare” di Napoli, multiforme, complessa e spregiudicata: così la definisce la Direzione Investigativa Antimafia (Dia) nella sua ultima relazione al Parlamento relativa al primo semestre del 2016.
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