campagna elettorale sconnessa e preconfezionata

Una campagna elettorale sconnessa e preconfezionata quella che ci porta alle elezioni del 25 settembre 2022. No, non sconnessa dal web, da internet o dai social: non intendo certo mettere in discussione, dal punto di vista della comunicazione (anche se sul linguaggio verbale e non verbale ci sarebbe molto da dire, ma magari lo faremo in seguito) l’approdo su Tik Tok di Silvio Berlusconi, Matteo Renzi e Carlo Calenda.

La campagna è semplicemente sconnessa dalla realtà, dai territori e dai bisogni dei cittadini. Chi allora sta riuscendo a parlare agli elettori per evitare la vittoria del partito dell’astensione? In parte ci riesce chi non ha governato, promettendo che quando governeranno lo faranno meglio; e ci riesce chi governa i territori, come il governatore della Campania Vincenzo De Luca che ha tirato fuori una conferenza stampa con 400 milioni di euro di aiuti.

Elezioni Politiche: una campagna elettorale sconnessa e preconfezionata

Chi è al governo a Roma ci riesce molto meno, avendo come premier un non politico come Mario Draghi. E lo ha ribadito efficacemente lo stesso De Luca che, sostanzialmente, ha detto: noi abbiamo fatto questo, in Campania ce la caviamo così e proviamo a contrastare l’avanzata del centrodestra ed il reddito di cittadinanza dei 5 Stelle, a Roma datevi una mossa.

Ed è anche una campagna preconfezionata, senza spunti (Tik Tok a parte), estiva e rilassata. La comunicazione ha preparato il tutto, slogan, temi e materiale, poi è andata al mare e ci rimarrà fino al 25 settembre. I programmi son quelli, andrebbero spiegati e sviscerati, magari spolverati. Botta e risposta sui soliti temi, il caro energia spremuto in ogni sua possibile declinazione. Poi, oggi, a dieci giorni dal voto, le “rivelazioni” sui fondi russi che sarebbero stati intascati da un partito in particolare.

Alzate la mano!

Alzi la mano tra gli addetti ai lavori chi non si aspettava l’inchiesta di qualche specifico giornale italiano contro una specifica parte politica. Poco fa su Rai Radio 1 chiedevano l’opinione ad un candidato della fazione avversa di quella “colpita” dallo scandalo rubli. “Non è una notizia ad orologeria – diceva – anche perché l’inchiesta interessa anche altri stati europei come Francia ed Inghilterra”. Ma né su Le Figaro né sul The Guardian c’è traccia in home page della “notizia”. Cercate voi stessi.

E, mentre si cerca di convincere che l’altro è sempre il male, il partito dell’astensione avanza. E continuo a chiedermi: a chi sta parlando la politica? A chi sta inviando messaggi la comunicazione politica? Siamo davvero ormai preconfezionati, un po’ come la Legge Elettorale in vigore?