Luigi Giuliano e il linguaggio della camorra. Come comunica la criminalità? Radio mala: i codici della malavita indaga sui linguaggi, sui gesti, sui comportamenti di un mondo oscuro che, tramite apposite forme di comunicazione, ha sempre saputo imporre il proprio potere. I codici di mafia, camorra, ‘ndrangheta ed altre organizzazioni criminali analizzati da Alfonso Maria Liguori per Effequadro.
Radio mala: i codici della malavita
Luigi Giuliano e il linguaggio della camorra
Ex numero uno della Nuova Famiglia, da anni collaboratore di giustizia, ‘o re, questo lo pseudonimo del super boss, ha rappresentato per anni la massima espressione del sistema partenopeo, un padrino dalle mille sfumature. Da boss spietato a diplomato autore di testi al Centro Europeo Toscolano diretto da Giulio Mogol.
“Lo scugnizzo è un pipistrello: rifiutato dalla società e abbandonato a sé stesso non ha paura e incute timore nell’altro solo sfiorandolo con le sue ali”. Espressione spesso usata dal boss per indicare la scorza dura di chi figlio della strada è pronto a tutto per sopravvivere. “Non si nasce Luigi Giuliano ma è il sistema in cui viviamo che ci insegna a difenderci per non soccombere, a far del male per non riceverne. Così descriveva sé stesso il padrino di Forcella, roccaforte della famiglia Giuliano nel cuore storico di Napoli, invitando spesso i giornalisti a vedere in quali condizioni la gente dei vicoli vivesse abbandonata dallo Stato.
“Da bambino mente giocavo con amici nel quartiere il pallone finì sui piedi di una signora elegante che transitava sul posto con il figlio piccolo per mano: quella donna ci guardò con disprezzo additandoci negativamente al figlio e rifiutandosi di passarci la palla. Fu in quel momento che decisi la mia strada, di essere quello che sono diventato”. Una testimonianza biografica che la dice lunga sull’alienazione sociale in cui si vegeta in certi contesti dove si confonde la vigliaccheria con il coraggio, la vergogna con l’onore.
Mecenate di giovani artisti partenopei Luigi Giuliano sarebbe stato il talent scout anche di Gigi D’Alessio quando l’artista si esibiva ancora per sbarcare il lunario a matrimoni, comunioni e battesimi. Si deve fare male solo chi merita”, “bambini, donne e anziani si rispettano”, “a Forcella deve regnare l’ordine assoluto”. Queste alcune delle celebri espressioni usate dal ras e dai fratelli Nunzio, Carmine, Salvatore ,Guglielmo, Raffaele e alla sorella Erminia Giuliano (alias Celeste).
Dopo la decisione di collaborare con la giustizia Luigi Giuliano dichiarò: “Capi camorra, e chi sarebbero? Non ci sono più figura di tale spessore. Una volta era la strada, il popolo a promuovere per qualità un camorrista al rango di capo. Oggi c’è solo violenza e basta”. Un chiaro monito all’inadeguatezza criminale delle nuove leve partenopee che preannunciava la nascita di baby gang prive di qualsiasi logica camorristica e, criminalmente parlando, senza onore.
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