Era il 2014 quando la guardia di finanza scoprì l’esistenza dell’ennesimo gruppo di narcotrafficanti che importava cocaina dal Sudamerica. Ma nel corso dell’indagine emersero delle particolarità. Per comunicare tra loro i narcos utilizzavano un linguaggio cifrato, lasciando messaggi su un’unica casella di posta elettronica di cui tutti avevano le chiavi d’accesso.
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