Corre l’hashtag – 6 febbraio 2018
#DellUtri – #hacker
Tra gli hashtag di maggior tendenza oggi 6 febbraio 2018 sui social network ci sono #DellUtri e #hacker.
#DellUtri
Il primo riguarda la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Roma che ha respinto la richiesta di sospensione della pena per motivi di salute per Marcello Dell’Utri, ex senatore di Forza Italia. Dell’Utri sta scontando una pena a 7 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa nel penitenziario di Rebibbia a Roma. L’ex politico è iperteso, diabetico e cardiopatico ed avrebbe un tumore alla prostata. I suoi avvocati avevano chiesto la scarcerazione per effettuare un ciclo di cure: anche i consulenti della Procura, a dicembre, si sono espressi per l’incompatibilità con lo status di detenuto. La moglie di Dell’Utri ha dichiarato: “Può essere rieducativa una pena che va contro il senso di umanità? Mio marito non vuole essere graziato, vuole solo giustizia”.
Da Twitter, Giuseppe Libutti: “Se Dell’Utri è realmente malato deve potersi curare. I reati commessi, seppur gravi, non possono giustificare una detenzione incompatibile con lo stato di salute. Questo è valido per lui e per tutti i detenuti”.
#hacker
Gli hacker, invece, sono quelli che hanno attaccato il Partito Democratico di Firenze ed il giovane individuato oggi che nell’estate del 2017 aveva hackerato la piattaforma Rousseau del Movimento 5 Stelle. Il gruppo chiamato AnonPlus ha messo online “la lista completa degli iscritti al Partito democratico di Firenze, con nomi, cognomi, indirizzi e altri dati. Ps. Ci sono i dati di Matteo Renzi e altri”. I vertici del Pd hanno reso noto che si tratta di un database datato, ma il sito del partito di Firenze è ancora irraggiungibile. Al lavoro ci sono gli agenti della polizia postale. La stessa postale questa mattina ha perquisito l’abitazione di un 26enne di Padova indagato per accesso abusivo a sistema informatico. Sarebbe lui l’hacker che in estate ha violato Rousseau durante delle votazioni online. Il 26enne, lontano da ambienti politici, si è difeso spiegando che voleva testare la “vulnerabilità” della piattaforma.
Da Twitter, Matteo Onofri: “Ragazzi, un hacker ha violato i dati del Pd di Firenze e ha messo online il cellulare di Renzi ma se chiamate risponde un certo Silvio. Mistero”.