Fact checking. Gli Scavi di Pompei e le notizie false e strumentali. Davvero?

Il giornalista Carlo Avvisati sembra solo anticipare la notizia ufficiale ripercorrendo le fasi dello scavo attuale e di quelli precedenti

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Notizie false a scopi sensazionalistici. Così il Parco Archeologico di Pompei bolla l’articolo pubblicato da Il Mattino di ieri 7 maggio 2018 a firma di Carlo Avvisati. Cerchiamo di ricostruire la vicenda. “L’informazione scientifica deve sottostare a fonti ufficiali e non può affidarsi a una raccolta frammentaria di dati al solo scopo di fare anticipazioni”, chiosa la nota stampa degli Scavi che accompagna il comunicato-invito alla conferenza del 10 maggio sulla nuova “straordinaria scoperta nell’area di Civita Giuliana”.

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Negati “il ritrovamento di un uomo con il suo cavallo e un calesse, decorazioni e reperti”, e utilizzata in maniera impropria l’immagine delle ossa del bambino apparse di recente sui quotidiani: è l’accusa. Avvisati ricostruisce la storia dello scavo, partito nel 2009 in seguito ad un intervento di carabinieri e Procura di Torre Annunziata. I militari intercettarono un tombarolo che, tramite un cunicolo clandestino, stava depauperando la villa dei pezzi più pregiati. Alla stessa operazione fa riferimento il comunicato del Parco.

Fino a qui tutto bene. Arriviamo al terreno di scontro. Ritrovati, stando a quanto scrive il giornalista, due scheletri, un uomo e un equino (che non è un cavallo, non per forza). Scoperto anche un mezzo di trasporto, forse un carretto utilizzato per la servitù, non un calesse, come scrive il Parco. In ogni caso, sono voci e da “tali vanno registrate perché le bocche degli addetti ai lavori sono più che serrate“, sottolinea. Certi, però, gli scavi passati, che portarono alla luce ricchezze di ogni genere. E a quei vecchi ritrovamenti sono da attribuire le decorazioni parietali nominate da Avvisati e accompagnate da immagini. Nel 1955 le ultime ricerche e oggi, finalmente, nuovi lavori.

“Una falsa e strumentale divulgazione di notizie a danno della scientificità” per il Parco Archeologico. In che senso? Di fatto l’Ente sembra contraddirsi. Nell’invito rivolto alla stampa fa riferimento a scoperte straordinarie. In particolare, ad una serie ambienti di servizio di una grande villa suburbana conservata in maniera eccezionale; diversi reperti, tra cui anfore e utensili; e una tomba del periodo post 79d.C. che custodiva lo scheletro del defunto. Quindi le ossa ci sono o no? Avvisati nel suo articolo parla di voci e rimanda alla conferenza del direttore Massimo Osanna.

Indiscrezioni che sembrano anticipare la notizia ufficiale ripercorrendo, da profondo conoscitore della città antica, le fasi dello scavo attuale e di quelli precedenti. Se il giornalista accerta la veridicità delle sue fonti, ricostruisce in maniera logica e convincente i dati rilevati, non ha ragione di non pubblicare – con le dovute precauzioni – la notizia, anche se scientifica, perché scientifico è stato il suo lavoro. La figura del reporter non vive un periodo felice: se tiene conto solo di notizie ufficiali e comunicati, è un copione; se approfondisce, indaga muovendosi tra ufficialità e ufficiosità, crea disinformazione.
Ai posteri l’ardua sentenza. Anzi, al 10 maggio.

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