Radio mala: i codici della malavita – I talent scout della camorra

Nuovo appuntamento per Effequadro. Come comunica la criminalità? Ecco il primo appuntamento con Radio mala e i talent scout della camorra

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Radio mala: i codici della malavita

I talent scout della camorra

Poco più che ventenni, di bell’aspetto, curati nell’abbigliamento, a bordo di potenti moto e auto di lusso. Questo l’identikit dei nuovi talent scout della camorra, incaricati dai rispettivi clan di selezionare nuovi affiliati non solo tra i vicoli di Napoli e dell’hinterland ma anche nelle location della movida notoriamente frequentate da rampolli dell’alta società.




Un’evoluzione del costume camorristico. I rituali di un tempo che imponevano macabre prove di freddezza da parte dell’aspirante picciotto (tra le quali assistere al parto di una cavalla per poi uccidere a colpi di pistola il puledrino) hanno lasciato il posto a promesse di guadagni ingenti e immediati, al miraggio di una vita agiata circondati dal rispetto della gente.

Tatuaggi

Una cinica finzione che in realtà trasforma giovanissimi sbandati, studenti, figli di papà in killer senza scrupoli e pusher al servizio dei sodalizi criminali. Il tatuaggio identifica l’appartenenza dell’individuo al gruppo e in alcuni casi ne sancisce persino il ruolo all’interno dell’organizzazione. Inflazionato l’uso di tute firmate tra le nuove leve di mala che si indossano “per correre dietro ai soldi”, espressione particolarmente in uso in certi contesti.

L’odore della morte

Si inizia con il tiro a segno di prova in cantieri o capannoni abbandonati nelle periferie per valutare l’attitudine del soggetto all’uso delle armi, quasi sempre pistole semiautomatiche calibro 9×21 o a tamburo calibro 38, per poi passare all’eliminazione di indifesi randagi per lo scopo sequestrati e condotti negli improvvisati poligoni. Il tutto per abituare i neo sicari alla vista del sangue, all’odore della morte. Solo quelli che passano “il corso per aspirante killer” entrano nei gruppi di fuoco dei clan.

La regola non scritta

Un pizzino, in alcuni casi una foto o un messaggio in codice del tipo “Tizio non deve mangiare l’aragosta a Natale” per indicare la condanna a morte del soggetto e il periodo in cui eseguire la sentenza. Esiste una regola non scritta ma assoluta nella camorra: gli ordini vanno eseguiti sempre, pena la morte. Una volta entrati nel sistema non c’è modo di tornare indietro se non, come recitano gli stessi camorristi, “con i piedi in avanti”.